Nell’auditorium di Santa Maria a Bitetto l’addio laico al già consigliere comunale, docente e artista teramano. Il ricordo del presidente del Consiglio cittadino
TERAMO – Un saluto in forma laica, al quale hanno voluto partecipare in tanti, testimoni di un rapporto con lui e suo con la città che farà del ricordo di Romolo Bosi quello di un cittadino sempre presente, nel ruolo di educatore e di artista. Nell’auditorium di Santa Maria a Bitetto, il rito con i famigliari ha visto la partecipazione anche del Comune, a nome del quale è intervenuto il sindaco Gianguido D’Alberto, che è tornato a sottolineare quanto ieri nella sua nota aveva citato: propulsore di idee costruttive per la crescita città e artista appassionato.
Chi sia stato Riomolo Bosi, nelle parole di chi lo ha conosciuto e seguito, da allievo e amico di famiglia: Alberto Melarangelo, presidente del Consiglio comunale di Teramo, che lo descrive così:
“Romolo Bosi nasce a Teramo nel 1936 da una famiglia di antifascisti e sin dal percorso scolastico segue la sua vocazione abilitandosi all’insegnamento di Educazione Artistica. Professore per decenni nelle scuole superiori di I° grado, ha educato con sentita passione per trent’anni generazioni di teramani alla cultura del disegno e dei colori, stimolandone la creatività, gli orientamenti estetici e preparandoli con una robusta formazione storico artistica, anche quando collaborò con grande impegno alle riuscitissime attività dei laboratori di didattica per i Musei civici di Teramo nei primi anni duemila. La conoscenza e l’insegnamento dell’arte sono state la sua vita come d’altronde la pratica pittorica accompagnata da una intensa attività espositiva con mostre personali e partecipazioni a collettive, soprattutto a Teramo, dove esordisce alla fine degli anni cinquanta, fino all’ultima personale del 2017 e alla collettiva Dejavù di tre anni fa, entrambe allestite all’Arca. Bosi ha sempre scelto un linguaggio astratto per i suoi lavori pittorici, attraversando questa scelta stilistica in tutte le sue tendenze, da quella geometrica a quella espressionista, da quella informale a quella formalista senza mai trascurare la predilezione per i colori primari, principale caratteristica della sua pittura. Infatti ha dipinto ma ha anche scritto, partendo dallo studio di Itten e dalla sua Teoria dei Colori, per divulgare e rendere accessibile a tutti riflessioni e ricerche indispensabili per possedere una sensibilità artistica e culturale. La passione e la pratica per la pittura unita alla conoscenza della storia dell’arte hanno fatto di Romolo Bosi un grande sostenitore dell’arte contemporanea, forse tra i maggiori a Teramo. Voglio qui inserire il primo dei miei ricordi personali, ossia le visite alle Biennali di Venezia, ininterrotte almeno dal 1980 al ’92, quando noi bambini al seguito delle rispettive famiglie insieme in viaggio, per un periodo soggiornavamo in Laguna per conoscere le novità internazionali dell’arte; inconsapevoli all’epoca, noi più piccoli, del dono ricevuto, per un insegnamento che ha caratterizzato le nostre vite future e certamente le scelte professionali. In questi viaggi era sempre presente la sua compagna di vita, impossibile da dimenticare, Elvira Scorranese, prematuramente scomparsa, che va sicuramente ricordata per aver realizzato il primo centro estetico in città nel quale si formò la prima generazione di estetiste teramane. Con Romolo, assieme a tanti altri amici, fondarono il club dello Sci da fondo, realtà sportiva tra le prime a essere ideata e guidata da una donna. Bosi infatti è stato un uomo di sinistra, militante e dirigente del Partito Comunista Italiano di cui è stato segretario della sezione di Teramo centro a fine anni sessanta e Consigliere comunale per un mandato e mezzo (1970/75 –‘77/80). Iscritto ai DS e poi al PD, sicuramente incarnava quel profilo di intellettuale impegnato, peculiarità e straordinaria forza della sinistra italiana che faceva dell’egemonia culturale un tratto fondamentale dell’attività politica, che lo hanno visto sempre attento alle questioni della città, dalle problematiche culturali alle scelte urbanistiche e sociali. Anche qui voglio ricordare le critiche costruttive che ci muoveva, a noi giovani dirigenti degli ultimi anni, di fronte al diradarsi degli incontri, degli appuntamenti in sezione, del confronto, sempre meno frequente per un’attività politica che si faceva via via meno coinvolgente. Ma anche mi piace citare i più recenti complimenti, che Romolo fece a me per l’attuale amministrazione comunale, quando si scelse di rimuovere le edicole presenti in più punti del centro storico, segno di una sua grande attenzione all’estetica della città. Bosi certamente è stato un protagonista attivo della partecipazione politica e civile della nostra città dal secondo dopoguerra ad oggi, contribuendo più di tanti ad aprire gli orizzonti culturali di Teramo verso l’esterno e nella conoscenza di esempi ed esperienze utili alla crescita della comunità”